COSA VEDERE A NEW YORK – 56 POSTI IMPERDIBILI

Attrazioni turistiche, mete famose, luoghi storici. Tutto quello che è possibile vedere a New York. Quasi. In realtà, c’è molto di più. Ma voi potete essere felici anche vedendo molto di meno…


Cosa vedere a New York? Beh, dai, questa è facile! No, non è vero. Dipende.

Lista dei posti imperdibili nella Grande Mela? No, aspetta… nemmeno ricordo quand’è stata l’ultima volta che ho sentito dei newyorchesi chiamare New York la “Grande Mela”.

Fermi, non scappate!

Datemi un attimo, prima fatemi dire solo un paio di cose… Poi prometto di darvi una lista delle 56 principali attrazioni da visitare a New York, tutte le cose da vedere almeno una volta nella vita nella Grande Mela (ahem…), i cosiddetti must-see newyorkesi, i luoghi più instragrammabilii di New York City. Ma adesso… 

No, ho capito. Ve la dò subito. 

Ecco la lista, minimale. Poi, più avanti, trovate una seconda lista più ampia, onnicomprensiva. Se non vi interessa leggere, basta scorrere la pagina e trovate al volo anche il secondo elenco.

LE 5 COSE FONDAMENTALI DA VEDERE A NEW YORK 

Avete solo mezza giornata libera qui a New York. Magari siete di passaggio, vi fermate in città solo un giorno prima di ripartire. Che fare? Cosa è possibile vedere a New York in pochissimo tempo? 

Cinque mete essenziali, da sud a nord. Si, questi sono i 5 luoghi più importanti da visitare a New York.

  • STATUA DELLA LIBERTÀ (Statue of Liberty)
  • PONTE DI BROOKLYN (Brooklyn Bridge)
  • EMPIRE STATE BUILDING
  • TIMES SQUARE
  • CENTRAL PARK

Sembra poca roba, ma non lo è. Ognuno di questi cinque luoghi rappresenta, infatti, una fase importante e fondamentale nella storia della città. 

New York City è diventata una grande metropoli conosciuta in tutto il mondo (pensate a TIMES SQUARE) a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, prima con l’espansione nell’area nord di Manhattan (CENTRAL PARK) e poi con il consolidamento, entro i propri confini amministrativi, delle grandi città che la circondavano, Brooklyn su tutte (BROOKLYN BRIDGE). Da quel momento, New York City crescerà sempre di più, passando attraverso le grandi ondate migratorie di fine Ottocento (STATUA DELLA LIBERTÀ) e inizi Novecento, e poi attraverso la lunga crisi economica negli Anni Trenta della Grande Depressione (EMPIRE STATE BUILDING).

Cinque mete, cinque simboli storici della città che più di tutte al mondo ancora oggi incarna le idee di modernità, progresso, sfida e capacità di andare oltre i limiti. Inaugurato il Primo Maggio del 1931, l’EMPIRE STATE BUILDING è stato costruito in meno di 14 mesi ed è rimasto il grattacielo più alto al mondo per quattro decenni. Con la tecnologia disponibile 90 e rotti anni fa (non quella odierna più sofisticata), in questa città si tirava su una costruzione di 102 piani e oltre 400 metri di altezza. Cinquanta anni prima il PONTE DI BROOKLYN era stata la meraviglia architettonica della sua era.

Una visita a New York che comprendesse meno di questi cinque luoghi, forse non potrebbe essere considerata nemmeno come una semplice sosta. Forse. Ovviamente, bisogna accontentarsi e fare dei compromessi. Mi spiego.

Se avete davvero solo mezza giornata di tempo a disposizione, o poco più, la STATUA DELLA LIBERTÀ vi dovete accontentare di vederla dal traghetto che va a Staten Island oppure, ancora più in lontananza, da Battery Park. Se voleste invece andare a Liberty Island, dove sorge la statua più famosa al mondo, dovreste mettere in preventivo almeno 3 ore e prenotare la visita con un traghetto particolare, l’unico autorizzato ad attraccare sull’isola.

Con gli stessi limiti di tempo, il PONTE DI BROOKLYN potete percorrerlo a piedi, oppure ammirarlo da più lontano, per esempio dal Pier 17. Ed è possibile che nella vostra camminata a ritmo sostenuto, avendo alle spalle Battery, vi sarete imbattuti pure in Wall Street e avrete sbirciato il One World Trade Center… Le nostre cinque mete essenziali sono circondate da molto altro.

In quella mezza giornata, la metropolitana vi potrebbe aiutare negli spostamenti. Due linee comode che collegano l’inizio di CENTRAL PARK e Battery Park, per esempio, sono la linea 1 e la linea R. Anche camminando tra le mete proposte e le stazioni più vicine della metro sarà possibile scorgere le sagome di altri luoghi newyorkesi importanti e famosi, tipo il Chrysler Building o il Flatiron Building. L’area centrale di Manhattan (Midtown) è molto compatta.

NEW YORK È GIÀ UN PO’ VOSTRA

Questa prima lista con le 5 attrazioni principali da vedere a New York è solo un banale esempio. Vi auguro davvero d’avere più tempo a disposizione per la vostra visita quando sarete qui in città. 

Ma questo elenco striminzito serve per comprendere un aspetto fondamentale di questa grande metropoli, come di tante altre simili. Tra le decine di quartieri e le attrazioni turistiche che è possibile vedere qui a New York, esistono comunque dei luoghi di questa città che sono ormai parte del patrimonio culturale universale (o, se preferite, che fanno parte dell’immaginario collettivo globale). Approfittatene e godeteveli.

Noi newyorkesi, noi che viviamo nella nostra città tutti i santi giorni in cui non abbiamo la fortuna d’essere in vacanza altrove, non facciamo più caso all’Empire State Building o al Ponte di Brooklyn. Come i romani non fanno caso al Colosseo, i milanesi al Duomo e i parigini alla Torre Eiffel. Ma tutti questi luoghi sono pur sempre i simboli delle città in cui sorgono. E sono parte di una storia globale comune, che appartiene a tutti. Anche a chi vive lontanissimo e nella sua vita non visiterà mai queste città. 

Quando arriverete a New York, sarà un’esperienza indimenticabile anche se vi limiterete a vedere pochissime cose. Fidatevi. E ve lo dice uno che per lavoro, e per una passione smisurata verso la sua città, accompagna invece i visitatori a scoprire anche gli angoli più disparati e sconosciuti di New York… Fosse per me, porterei chiunque a spasso per 20 km al giorno, a vedere centinaia di luoghi in una settimana. Anche ad averne il tempo, ne vale davvero la pena? Qualche dubbio è ragionevole.

“GUIDA INUTILE NEW YORK” VS. TUTTE LE ALTRE GUIDE NELL’UNIVERSO?

Chi sono, io, per dirvi cosa vedere a New York? Eh, chi sono, presuntuoso che non sono altro?

Certo, sono un newyorkese da oltre dieci anni e giro la mia città in continuazione. Si, percorro tutti e cinque i distretti della città, anche quelli meno frequentati dai turisti, dal Bronx a Staten Island passando per il Queens. Ho messo radici con la mia famiglia a Brooklyn e spesso il mio lavoro si concentra a Manhattan.

Cammino ogni settimana per dozzine e dozzine di quartieri diversi, tra le centinaia che compongono la metropoli. Offro ai miei clienti TOUR PRIVATI PERSONALIZZATI, e poi TOUR TEMATICI e VISITE GUIDATE NEI 5 BOROUGH.

Insomma, ho qualche carta in regola per suggerirvi cosa visitare qui a New York City.

Ma…

Ma chi visita la città ha un’occhio diverso da chi ci vive. Normale. Talvolta, quest’occhio del turista, è più curioso e innocente. Altre volte è un occhio più distratto, che va di fretta, soprattutto alla ricerca di qualche scorcio famoso che tanti altri hanno fotografato e che merita un ricordo. Ma pur sempre un occhio con esigenze e desideri differenti rispetto a quelli dei newyorkesi.

LE GUIDE TURISTICHE TRADIZIONALI, QUELLE CHE CONOSCONO BENE LA NEW YORK DA INSTAGRAM E DA CARTOLINA

Così, per compilare la mia seconda e più o meno onnicomprensiva lista delle 56 mete e attrazioni newyorkesi imperdibili, metto insieme i suggerimenti tratti da almeno una decina tra le guide turistiche più famose che si possono trovare nelle librerie di mezzo mondo. In italiano esistono le edizioni di guide internazionali autorevoli, e delle quali è possibile fidarsi quasi alla cieca: Lonely Planet, DK Eyewitness, Le Routard, Marco Polo, solo per citare le principali. Se poi l’inglese non è un limite insormontabile per chi legge, anche Frommer’s e Fodor’s sono ottime guide turistiche.

Molto spesso queste guide dedicate a New York sono scritte da viaggiatori di professione. Persone pagate per trascorrere qui a New York, nella migliore delle ipotesi, al massimo qualche mese. Giusto per raccogliere in prima persona materiali e informazioni utili che poi troveranno spazio nei loro libri. 

Oggi, in realtà, non serve nemmeno più viaggiare. Basta aprire Internet e Google Maps per scrivere articoli o volumi dedicati a qualunque angolo del mondo. A costi irrisori, da Shutterstock in giù, si trovano fotografie di qualunque posto sulla Terra. Era così anche quando Instagram e Tik Tok non esistevano.

Una ventina d’anni fa una piccola agenzia di pubbliche relazioni, la cui titolare era (e lo è tuttora) una donna super-energetica e brillante, mi affidò il compito di scrivere un breve scheda su Shanghai. Lo feci, in dettaglio e senza lasciare nulla al caso. Ancora oggi sogno d’andare a Shanghai, e prima o poi ci metterò davvero piede.

LE GUIDE TURISTICHE ALTERNATIVE, PER LA NEW YORK CHE VIVONO OGNI GIORNO I NEWYORKESI

Le guide scritte dai cosiddetti “locals”, quelli che vivono qui a New York, raramente contengono suggerimenti su monumenti, palazzi o altre mete tradizionali per turisti. In genere non suggeriscono cosa vedere a New York, bensì cosa fare.

I newyorkesi, per esempio, hanno smesso da tempo di camminare sulla High Line, perché spesso, a qualunque ora del giorno, è affollata da… turisti. Non siamo snob, cerchiamo solo di evitare il caos quando non è proprio necessario. Ciò non toglie che la High Line sia una meta interessante, e che valga la visita. Per me l’ideale è andarci al mattino prestissimo (anche se raramente all’alba sono in quella zona) oppure quando fa molto ma molto freddo, e sono pochissimi quelli che si avventurano all’aperto.

Proseguendo con l’esempio. Le guide locali, negli stessi dintorni del quartiere Chelsea dove si sviluppa la High Line, concentreranno la loro attenzione invece su alcune gallerie d’arte contemporanea o su alcuni ristoranti aperti di recente. Salteranno a piè pari il Chelsea Market, per consigliare invece una food hall come quelle di Urbanspace, ristoranti cinesi a Flushing nel Queens o grandi negozi d’abbigliamento usato nel quartiere di Williamsburg, a Brooklyn. Magari faranno un veloce cenno ai mega concerti che si tengono al Madison Square Garden, ma è più probabile che dedicheranno tre paragrafi alla vita notturna dei locali e delle discoteche di East Williamsburg e Bushwick, altri quartieri di Brooklyn che sono il centro della musica indipendente e della scena dance newyorkese. E così via.

Queste guide scritte dagli autoctoni (“local” è più cool, ne so qualcosa) sono molto comuni su internet. Basta digitare “best” insieme a ciò che si sta cercando (bookstores/librerie, restaurants/ristoranti, coffee shops/caffè o quant’altro), il tutto accompagnato dalla parola magica “local”, per avere un numero infinito di pagine con i suggerimenti più o meno originali di chi vive in un determinato luogo. Poiché New York è famosa come poche altre città al mondo, basterà poi aprire Instagram o Tik Tok per essere sommersi da centinaia di video di aspiranti influencer che racconteranno dove mangiare il miglior bagel, scattare la foto da urlo e comprare le magliette che si indossavano negli Anni ‘70 (quando erano contemporanee e non vintage).

E una volta arrivati a New York, che succede? Succede molto spesso che, spinti dal mare di informazioni e soprattutto immagini, nessuno saprà più cosa sta cercando e cosa vorrebbe vedere. Prevarrà in molti il senso di disorientamento e fatica. Dove andare? Questo o quello? Le idee saranno annebbiate. Con l’inevitabile risultato di accontentarsi, alla fine, proprio delle indicazioni generiche valide per tutti i turisti. Interessi e curiosità personali, che in una metropoli grande come New York potrebbero essere davvero soddisfatti, finiscono per passare in secondo piano a scapito di scelte più conformiste.

Un esempio ancora raro di guida cartacea rivolta a chi cerca spunti per vivere la città come i newyorkesi è la recente New York City Like a Local: By the People Who Call It Home. Pubblicata da DK Eyewitness (con un modello applicato a tante altre città, da Los Angeles, Roma, Tokyo, etc.) è appena alla sua seconda edizione. Dedica spazio non solo a noti quartieri di Manhattan citati dalle guide più tradizionali, ma anche a tanti quartieri di Brooklyn e, pur limitatamente, a zone specifiche del Queens e del Bronx.

Simile concetto per la Fodor’s Brooklyn. Scritta da abitanti di Brooklyn più o meno famosi, è dedicata a quello che tra i 5 borough newyorkesi è da anni considerato uno dei centri indiscussi delle mode e delle tendenze qui in America. Dal 2018 questa guida è però solo aggiornata online. Perché stampare costa sempre più caro ed è difficile battere la concorrenza di quello che esiste gratuitamente in rete.

Sono poi rare, ma esistono, le guide generaliste di stampo storico e architettonico scritte da chi, anche in questo caso, vive davvero a New York e non è qui solo di passaggio. 

Ci sono quelle che sono dei veri e propri compendi di storia e vita newyorkese, e riassumono in un unico volume tutto quello che altrimenti si può trovare in dozzine e dozzine di libri dedicati a New York. L’esempio più noto e apprezzato da chi fa un lavoro come il mio è la Blue Guide New York. In appena 600 pagine (!) è come avere un piccolo Bignami sempre con te. Soprattutto ti evita il peso delle 1500 pagine della “Encyclopedia of New York City“. Quest’ultima (che adoro), prestigiosa e autorevole con le sue centinaia di voci, è poi pur sempre solo un sintetico rimando a centinaia di pubblicazioni specifiche che riempiono gli scaffali delle più fornite librerie newyorkesi alla sezione “interessi locali”.

Oppure esistono guide tascabili il cui scopo principale è quello di fornire mappe e informazioni utili che vanno dai bar ai negozi di abbigliamento, passando per ristoranti, musei e mezzi pubblici. Tipo la Not For Tourists Guide to New York City. Di quest’ultima io conservo come una reliquia l’edizione del 2013, perché è stata la prima guida che ho comprato quando mi sono trasferito qui in città.

TUTTI I LUOGHI DA VISITARE, LE METE E LE PRINCIPALI ATTRAZIONI DA VEDERE A NEW YORK (MUSEI COMPRESI), SECONDO LE PIÙ AUTOREVOLI E IMPORTANTI GUIDE TURISTICHE, E PURE SECONDO ME

Mantengo la mia promessa. Sembra una lista della spesa. Ma dentro ci sono davvero tutte le mete newyorkesi più segnalate da guide turistiche, siti internet, libri vari, riviste di viaggio e chi più ne ha. Anche le attrazioni più recenti.

Non è una lista esaustiva di cosa vedere a New York. Non lo è per scelta. 

Mancano luoghi newyorkesi per eccellenza, come Rockaway Beach nel Queens, una meta estiva per molti di noi. Oppure infrastrutture importantissime e simboliche, senza le quali la New York odierna non potrebbe esistere, come il Ponte di Verrazzano (che collega Brooklyn a Staten Island) e il Queensboro Bridge (che collega Manhattan al Queens). Senza questi due ponti, la Maratona di New York sarebbe un’altra cosa. Allo stesso modo mancano musei che sono parte essenziale della vita culturale cittadina, dalla Frick Collection al Museum of the City of New York, passando per il Jewish Museum, la Neue Galerie e The Morgan Library & Museum.

Una lista che va da nord a sud, quasi esclusivamente a Manhattan, con una piccola deviazione a Brooklyn. Poi, al fondo della lista, alcune attrazioni e mete importanti nei borough più esterni, dal Bronx al Queens.

Tutto quello che, in teoria, non potrebbe mancare per dimostrare ad amici, parenti, conoscenti, colleghi e perfetti sconosciuti che pure voi siete stati a New York, che l’avete vista in lungo e in largo (più o meno). E che avete pure le foto, con tanto di selfie. Prendete nota, carta e penna. Oppure copia e incolla, come preferite.

Aggiungo una mappa che ho creato apposta su Google Maps. Oltre ai 56 luoghi da vedere, sulla mappa sono segnalati anche tutti i quartieri tra i quali è possibile andare alla scoperta della New York che milioni di persone chiamano casa. Per comodità aggiunto anche gli stadi, le arene sportive e gli ippodromi che ospitano eventi importanti.

I luoghi sono elencati seguendo un ordine geografico, non di importanza. Con una mappa davanti agli occhi, capirete perché è più utile quest’ordine. Scorrendo questa lista, una volta stabilito cos’è fondamentale per voi (e non per me), e tra sottolineature e cancellazioni, avrete tra le mani un elenco personalizzato. E, soprattutto, una lista di mete che, in qualche modo, seguono la direttrice nord-sud. Impossibile perdersi.

Un po’ di flessibilità e frequenti zig-zag. A piedi, in metropolitana, in autobus o con i traghetti che solcano i fiumi e la baia. Partiamo! Ah, avvertenza: uso prima di tutto i nomi ufficiali, in inglese, poi tra parentesi il nome in italiano.

  1. APOLLO THEATRE, HARLEM
  2. COLUMBIA UNIVERSITY
  3. CATHEDRAL OF ST. JOHN THE DIVINE (Cattedrale di San Giovanni il Divino)
  4. GUGGENHEIM MUSEUM
  5. METROPOLITAN MUSEUM OF ART, THE MET
  6. CENTRAL PARK: JACQUELINE KENNEDY ONASSIS RESERVOIR, BELVEDERE CASTLE, BOW BRIDGE, BETHESDA FOUNTAIN, THE MALL
  7. AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY (Museo Americano di Storia Naturale)
  8. LINCOLN CENTER
  9. HOTEL PLAZA
  10. ROOSEVELT ISLAND TRAMWAY
  11. TRUMP TOWER 
  12. MUSEUM OF MODERN ART, MOMA
  13. RADIO CITY MUSIC HALL
  14. ROCKEFELLER CENTER (Osservatorio del Top of the Rock)
  15. ST. PATRICK’S CATHEDRAL
  16. WALDORF ASTORIA
  17. UNITED NATIONS (Palazzo delle Nazioni Unite)
  18. CHRYSLER BUILDING
  19. GRAND CENTRAL TERMINAL
  20. SUMMIT ONE VANDERBILT
  21. NEW YORK PUBLIC LIBRARY, STEPHEN A. SCHWARZMAN BUILDING
  22. BRYANT PARK
  23. TIMES SQUARE
  24. EMPIRE STATE BUILDING
  25. MACY’S IN HERALD SQUARE
  26. MADISON SQUARE GARDEN
  27. VESSEL
  28. EDGE
  29. HIGH LINE
  30. CHELSEA MARKET
  31. FLATIRON BUILDING
  32. UNION SQUARE
  33. WHITNEY MUSEUM OF AMERICAN ART
  34. LITTLE ISLAND
  35. WASHINGTON SQUARE PARK
  36. SOHO (quartiere)
  37. LITTLE ITALY (quartiere)
  38. CHINATOWN (quartiere)
  39. 9/11 MEMORIAL AND MUSEUM (Memoriale e Museo dell’Undici Settembre)
  40. ONE WORLD TRADE CENTER
  41. OCULUS
  42. TRINITY CHURCH
  43. WALL STREET
  44. CHARGING BULL 
  45. STATUE OF LIBERTY (Statua della Libertà)
  46. ELLIS ISLAND
  47. BROOKLYN BRIDGE (Ponte di Brooklyn)
  48. BROOKLYN BRIDGE PARK
  49. BROOKLYN HEIGHTS PROMENADE
  50. DUMBO (quartiere)
  51. MANHATTAN BRIDGE
  52. BROOKLYN MUSEUM
  53. CONEY ISLAND
  54. UNISPHERE
  55. YANKEE STADIUM
  56. STATEN ISLAND FERRY

CONSIDERAZIONE FINALI…

Allora, provo a tirare le somme. Mettetevi comodi.

Avete letto l’elenco qui sopra? Lo avete copiato? Bene.

In realtà non è un suggerimento di cose “da vedere”, anche se io ho scritto proprio così, altrimenti ciao ciao Google. Meno che mai si tratta di luoghi imperdibili. È solo una banale lista, che enumera semplicemente alcune delle cose esistenti qui a New York. Si, nulla di più e nulla di meno. Confusi? No, pensate per un attimo. Molti newyorkesi, quando va bene, sanno che tutte quelle cose lì esistono. Lo sanno perché ci transitano davanti, magari anche tutti i giorni. Ma ben pochi sanno perché si trovano lì, come sono nate e perché sono ancora in piedi mentre altre sono scomparse per sempre.

Si, leggete questa lunga lista e pensate.

Per quale motivo tutti quelli che vengono a visitare New York dovrebbero vedere un paio di cattedrali, l’esterno di un paio di teatri, una stazione ferroviaria, uno stadio per il baseball, un palazzetto per la pallacanestro, e una collezione di statue greche, magari dopo aver fatto venti minuti di coda davanti alla statua di un toro e dopo aver camminato a passo di lumaca, e naso all’insù, lungo una vecchia ferrovia sopraelevata resa comunque suggestiva da piante e panchine?

New York è una città abbastanza grande, è questo lo sapete già. New York è una metropoli dove è possibile trovare di tutto, per tutti i gusti. È davvero così, non è uno slogan banale rubato all’agenzia di promozione turistica. Otto milioni di persone, e con un grado di libertà fuori dal comune, sono in grado di creare magie, anche solo per una questione di grandi numeri.

Tutti quanti hanno già un’idea di New York ancora prima di arrivare in aeroporto e poi mettere piede in città. Cosa vedere a New York, allora, dipende solo ed esclusivamente da quello che piace davvero a voi. Non ci sono obblighi, nemmeno morali. Nessuno vi spinge a visitare un luogo piuttosto che un altro.

Sembra semplice, eppure questo concetto mette tantissimi in crisi. Lo capisco. Quando viaggiamo è così per tutti. Arrivati a destinazione, ci sentiamo in dovere di vedere più cose possibili. Dopo aver speso per un biglietto aereo quasi mai economico, possiamo forse passare un pomeriggio intero sulla panchina di un parco o in spiaggia a guardare l’Oceano? Oppure a leggere fumetti e poesie in un caffè?

Ognuno di noi è influenzato da qualcosa o da qualcuno. Abbiamo visto un film o degli amici ci hanno parlato del loro viaggio. Abbiamo letto un libro, visto un quadro, ascoltato una canzone. Quando io vi consiglio di leggere una buona guida di New York, in qualche modo vi sto influenzando, senza sapere assolutamente nulla di ognuno di voi. E provo ad esercitare tutta la mia influenza (si fa per dire) con un opinabile elenco di 54 posti newyorkesi imperdibili. Ma imperdibili per chi?

Vi faccio un esempio. Io ho perso il conto delle volte che ho avuto la fortuna di andare a Parigi per qualche giorno (ai tempi in cui vivevo a Torino). Credo di aver visitato il Louvre una volta sola, eppure amo tantissimo andare per musei. Il ricordo parigino più bello è quello di un letto spartano dopo un viaggio con un amico e la sua Vespa. Non in albergo, bensì in una camera annessa ad un modesto bar nel quartiere Belleville. Perché proprio Belleville? Perché avevo letto Daniel Pennac e la saga di Malaussène. La mia prima volta a Parigi, invece, sono arrivato in treno, dal Marocco. Agosto del 1992. Giunto al mattino, sono ripartito la sera. Si, ho visto la Torre Eiffel, in quella visita men che fugace. Poi sono stato sulla Senna, e ho cercato la… Statua della Libertà.

Dopo qualche mese, a dicembre dello stesso 1992, ho avuto la fortuna di poter venire in America, in Florida, tra Orlando e Miami. Poi i miei primi tre giorni a New York prima di rientrare in Italia. Zero musei, qui in città. Una partita dei Knicks al Madison Square, invece, e un pomeriggio trascorso a cercare un giubbotto in cuoio lungo 6th Avenue, una visita al vecchio Yankee Stadium. E dozzine di foto, alla… Statua della Libertà.

…E QUALCHE SPASSIONATO SUGGERIMENTO

Quello che sto tentando di dirvi è che dovreste davvero concedervi il lusso di fare delle scelte. E scegliere solo quello che vi rende felici e contenti. Volete un selfie sulla sommità di un grattacielo qui a New York dove i newyorkesi non si sognano di salire? Perché no, la città dall’alto è sempre incantevole. Vedere uno spettacolo a Broadway? Come sopra. Passare una giornata al MoMA o un pomeriggio a mangiare cannoli nella Little Italy del Bronx? Perfetto. Graffiti sotto un viadotto autostradale? Yes.

Le liste, tutte le liste di cose da vedere sono fuorvianti. Necessarie, perché tanti domandano, a chi fa un lavoro come il mio: “tu che vivi lì… cosa mi consigli??” E necessarie per non perdere visibilità con i motori di ricerca. Ma fuorvianti, perché creano a chi le legge l’illusione che siano indispensabili per poter dire al mondo intero: hey, ho visto quel posto. 

Dare consigli, senza conoscere un minimo le persone che li chiedono… Io faccio fatica. A me fa venire il mal di testa, non scherzo. È la ragione per cui insisto con i miei tour personalizzati anche quando sono il primo ad offrire la possibilità di visite guidate in cui decido io cosa vedere insieme, e i miei clienti accettano che sia comunque io a fare le scelte. Non smetterò mai di ripetere la stessa domanda: ditemi chi siete, cosa vi piace nella vita e io vi aiuto con qualche consiglio che fa il paio con i vostri interessi. Si: anche se non volete fare un tour insieme al sottoscritto, io vi regalo un suggerimento su misura. Voi ricambiate facendo passaparola, e io sarò sempre grato.

Rido quando leggo i cosiddetti consigli per una giornata perfetta a New York. Perfetta per chi, di grazia? Per una ragazza che cerca la casa di Taylor Swift, la mamma che vuole prendere il thè al Plaza o il papà che vuole vedere una partita al Madison Square Garden? La Lonely Planet (gran guida, tanto di cappello) e la DK Eyewitness (ottima pure lei) hanno invariabilmente lo stesso suggerimento. Per loro il primo giorno a New York dovrebbe sempre iniziare con una visita di primo mattino al Met, meglio se preceduta da un caffè con bagel al Central Park.

Ricordate, io amo i musei, di tutti i tipi possibili e immaginabili. Ora, lasciate perdere che a febbraio, ma anche a marzo, l’aria gelida di Central Park non vi fa venire tutta questa voglia di fare colazione all’aperto, passeggiando tra alberi spogli e con i ciliegi che se ne stanno ancora a riposo. Ma voi, fosse pure primavera inoltrata, o un’afosa giornata d’agosto o un mattino tiepido autunnale a novembre… voi davvero vorreste iniziare la vostra visita a New York rintanati dentro un museo? Non nego che per alcuni possa essere una prospettiva magnifica. Ho il dubbio che la maggior parte dei turisti abbia lo stesso desiderio.

Ciò nonostante, anche se sembra un paradosso, e con tutti i limiti di cui potrei discutere per ore, io continuo a darvi lo stesso suggerimento: leggete una guida di New York prima di partire. Per informarvi, per avere un’idea meno vaga di cosa sia New York e quali siano le attrazioni che vengono sempre consigliate come il prezzemolo. Prendete una matita e barrate. Questo si, questo no, non mi interessa. Datevi anche del tempo libero, per vagare in città senza particolari mete, solo per il gusto di attraversare i quartieri e lasciarsi trascinare dal ritmo della città.

Se poi siete curiosi, volete conoscere qualcosa in più di New York, volete ottimizzare i tempi della vostra visita (così ricavandovi anche più momenti liberi) e apprezzate la compagnia di una guida nella vostra scoperta della città, fatemi sapere. Scrivetemi una mail. Io vi aiuterò a trovare la vostra New York, quella che più vi assomiglia.